La Miraja
Un giro intorno alla Miraja con Luigi Gatti, a spron battuto, lui vede
qualcosa ad ogni passo, una storia dietro ad ogni mattone.
Questa finestrina un po’ incassata nel muro, bassa che ci si
può sedere era il posto degli innamorati, chi arrivava prima
se la prendeva, Questo è il muretto che lui stava per morire
…. proprio questo del giardinetto di questa casa incredibile
costruita proprio sul muraglione dell’antico
castello…. Lui c’è saltato sopra ma
c’era ancora i cemento fresco e i mattoni sono franati, e se
non c’era il Gino, il tabaccaio, che l’ha tirato
indietro lui andava giù dritto nel ricetto …
“Lo vede come è basso il ricetto?”
… e quasi gli vengono gli occhi lucidi E allora scatta verso
il cortile dell’asilo che è l’unica parte
di castello rimasta, e si arrampica sul muretto della strada per farci
guardare dentro … ma non si vede niente, e allora dal buco
della serratura … si intravede sul fondo quella scalinata
incredibile, imponente ma .. leggiadra .. che porta ... al niente, al
cielo … i gradini coperti di pervinche e il prato sotto tutto
pieno di narcisi …
e poi si riaffaccia giù verso la vigna del parroco e racconta
della fontana , la fontana “dan Valsia”
che era da quella parte e che adesso è asciutta
perché tutte le piante che ci crescono intorno vanno dentro
con le radici e la fanno perdere ..suo papà gli raccontava di
quel signore che doveva morire, ormai stava morendo … e dice
prima di morire devo bere l’acqua della fontana
“dan Valsia” e allora vanno a prendergli
l’acqua e lui la beve e non è più morto
… cioè è morto dopo, un’altra
volta perché era vecchio.
E poi continuiamo il giro e ci dice della panchina che è il
fulcro della Miraja perché là si riunisce
“la banca del marten”, che non ho ancora capito
cosa vuol dire…. Che c’è una signora che
è “la regina del Marten” e la contessa con
la sua governante e delle altre signore … che si ritrovano
tutti i giorni, quando tira il vento di là stanno su questa
panchina e se tira dall’altra parte vanno
dall’altra parte … è proprio il fulcro
della Miraja;
E questo è il posto dove c’era il
“casinò” di Castagnole proprio qui sulla
strada che i ragazzi ci giocavano con le monete …ci fa vedere
come e le butta per terra e le raccoglie e le ributta …
E in quello arriva tutta “la banca del marten”
schierata, queste signore anziane … ma avanzano baldanzose, e
comincia un botta e risposta, io non capisco neanche una parola, il
Gatti dice delle cose loro ridono, una signora risponde con piglio e
tutti ridono più forte e via così …
finché parlano dell’età e si prendono in
giro da sole e discutono perché la regina dice che ha
novantadue anni e un’altra la contesta, le fa dei conti, dice
che ne ha ottantasette, ridono, se ne vanno e prendono in giro noi che
facciamo il “cinèma” …
E poi arriva un amico di Gatti, Francesco Borgo e si mettono
lì sulla strada della Miraja sotto un muro con un grande
portone verde e raccontano …
L’antico padrone di quella casa il Bartolero, proprio lui,
aveva una storia .. dice Francesco che qui tutti dicevano che era un
discendente di Cristoforo Colombo … si perché i
genovesi dicono che Colombo era genovese i portoghesi dicono che era
portoghese e si chiamava Cristobal Colon e invece a Castagnole dicono
che era nato a Cuccaro Monferrato … ed era l’avo
del Bartolero ….
….
Ma la storia più bella è quella della musica, la
musica di Bartolero. La storia è che su quel muro e tutto
intorno al cortile una volta c’erano delle statue, nessuno si
ricorda quante, tutte suonavano uno strumento, erano tutte statue di
suonatori, era una banda … e un tempo i giovani del paese,
che non avevano tanti soldi per andarsi a divertire, si ritrovavano
lì, sulla strada dove c’era uno slarghetto, e
ballavano … con la musica di Bartolero .. la musica delle
statue. ( che bello no? ..si ballava su una musica silenziosa
… chissà come facevano? Canticchiavano? .. o neanche
quello e ogni coppia sentiva la sua musica? ) ….. adesso le
statue non ci sono più, quasi tutte vendute, dice, agli
antiquari. Una si vede ancora dalla strada, in una nicchia: è
la statua del direttore d’orchestra …….
Ma forse nel cortile di statue ce n’è ancora
qualcuna ……
E subito il Gatti si lancia a chiamare “la
castellana” la Chiara
Zumaglino………. Quella che viene da fuori e
ha messo a posto questa casa e ci ha aperto con il marito questa bella
“Locanda dei musici” … così
magari lei ci fa entrare a vedere ….
E intanto il Francesco parla di un'altra cosa , del giardino
“del marchese” , lui ci andava quando aveva 10
anni, è lì sopra sul tetto della Miraja …
ci si affacciava dalla scalinata del castello … lui ci andava
a giocare perché lo teneva il nonno di un suo amico, un
signore anziano che ci passava tutta la giornata … per lui
era proprio l’immagine del giardino dell’eden
… era stupefacente, c’erano piantati frutti che
lì non si erano mai visti, il ribes, l’uva spina
… proprio il giardino dell’eden …. Adesso
non sapeva più ….
..Torna il Gatti con “la castellana” e mi porta
via, lei ci fa entrare, saliamo un piano dopo l’altro, colori
caldi e finestre che guardano lontano, saliamo … e sbuchiamo
in un giardino, imprevedibile …alto sul paese … un
bel prato sobrio con due o tre vecchi alberi …e si affaccia
..sulla scalinata del castello! … ma come ho fatto a non
capire subito? Non mi ero orientata …era lo stesso giardino,
il giardino dell’eden …. Probabilmente il dott.
Borgo non lo aveva ancora visto … c’è
sempre un giardino segreto sul tetto del paese …
poi scendiamo nel cortile di sotto ed è vero … i
suonatori ci sono ancora . …E’ proprio
così la musica di Castagnole sottile sottile sommessa
… ci metti un po’ per cominciare a sentirla
…..
Da qua ,dalla Miraja, dice Luigi Gatti si vede tutto, da Grana,
Montemagno fino là in fondo … a volte, la sera, mi
piace mettermi a una delle finestre qui sopra e stare cinque minuti a
guardare … così a spaziare ….si accendono
tutte le luci dei paesi e delle cascine, si vede così lontano
quando è limpido …così, cinque minuti a
guardare l’infinito … (pausa, si controlla)
… beh , cosa stavo dicendo? … a ecco la valle da
questa parte …. Beh! …Qui era tutta vigna, tutta
vigna! … e adesso ve lo dimostro … ecco, vado a
prendere una foto! …. E tira giù dal muro una
cornice … e poi, con impeto, usciamo e andiamo a chiamare il
Cesco, il dott. Borgo, che viene fuori con i guanti di gomma,
perché deve assolutamente fare lui il confronto fra la foto e
il paesaggio com’è adesso, è lui
l’autore, quanti anni fa? … e discutono un
po’, 35..no 40. Guarda, era … e arriviamo vicino
alla casa dove sta il pittore …e no che la visuale non
è proprio quella, e ci spostiamo, altre due volte ….
Poi discutono sull’angolazione, si mettono
d’accordo … e finalmente inizia il confronto:
quella collina è questa qui, quel bricco eccolo qui , questa
casa era della famiglia del dottore … nella foto si vede bene
… adesso intorno ci hanno piantato quelle conifere
…. Ecco, ecco tutto quel pendio della casa e tutto quello
dietro, fino in fondo là , fino a Montemagno ….
guardate, guardate, era tutta vigna, tutta vigna ….. e
adesso, ecco, riprendete com’è adesso ….
Ed è vero, verissimo, è completamente diverso, nella
foto tutti i profili e i pendii, tutto era netto, disegnato, pochissimi
alberi alti, qualcuno vicino alle case, e, ovunque, filari e filari in
tutte le angolazioni … e adesso le vigne; che a me sembrano
sempre tante, sono riquadri separati e, sì, dappertutto ci
sono moltissimi alberi, molti pioppi mi sembra ma anche boscaglia,
neanche tanto bassa, e incolti …. O meglio coltivazioni
abbandonate ….a vari stadi …. È diverso
davvero, così folto ….sono cambiati tutti i profili.
E si comincia a parlare del bello e del brutto …. E il dott.
Borgo dice … a parte che il bello e il brutto (gesto)
…..noi siamo abituati così, il nostro occhio
è così ….. si, ci può piacere la
natura così come è venuta su da sola …. Ma
a noi piace la natura coltivata! …questo è il nostro
modo …ma poi guardi lì, per esempio, dove ci sono i
pali con in mezzo tutti quei rovi e le vigne che ricrescono
ancora…. Ecco quello è …..
disordinato… fa tristezza. Non c’è niente
di più brutto di un vigneto abbandonato perché
continua a crescere e lega tutto, viene tutto un intrico ….
Guardi là! … ecco si vede l’incuria
… insomma si vede che è abbandonato …
e io lo guardo, lo guardo …. Si, adesso distinguo i gerbidi e
gli dò ragione …ma tutto insieme … per me
è così bello …. c’è una
varietà di colori, di volumi, di tessiture …
l’occhio ha un infinità di particolari da godersi ..
ti risucchia dentro ..e mi viene come sempre voglia di entrarci, di
andarci a piedi per vedere da vicino quella casa , quella valletta
più profonda, per capire cosa sono quegli alberi alti di quel
verde particolare…. Per vedere se là , dove ormai
è bosco, c’è una bella ombra come sembra,
chissà se ci sono uccelli … e poi …
( i due che guardano fuori) mi scusi Signor Gatti, ma quel rettangolo
enorme appena arato qui di fronte? Che ci faranno? Quella è
una nuova vigna , già piantata, hanno appena
finito……ah ecco, e più in là dopo
il poggio? …. Anche quella. Hanno fatto tutto un impianto da
nuovo ….Ma è grandissima ,no? Lo vede che si
ricoltiva, il vino tira bene adesso, no? … anche dietro la
bertolina, quando siamo arrivati spiantavano le vigne, adesso stanno
ripiantando dappertutto …. Si, si, speriamo … ma
questo è niente, non è ancora niente …
( sguardo al suo sguardo) e vedo nel suo sguardo
quell’immagine , la foto di quarant’anni fa lui ce
l’ha negli occhi, fissata per sempre … ho
l’impressione che non possa vedere quello che ha davanti
così com’è, ci sarà sempre
quell’altra immagine sotto in confronto … non gli
potrà mai sembrare bello, perché non sarà
mai più proprio come era …. tutta vigna, tutta vigna
..
io continuo a guardare …. Io vengo da fuori, non ho ricordi
ho meraviglia e magari desideri …a me si allarga il cuore
… ma forse anch’io non vedo questi luoghi proprio
come sono . ma come penso che stiano diventando, come li vorrei
… e mi perdo a guardare, immagino … quante cose si
possono fare ….